Progetto Tombe dipinte – Sito UNESCO
13 Febbraio 2025 2025-02-18 21:54Progetto Tombe dipinte – Sito UNESCO
Progetto Tombe dipinte-Sito UNESCO
La ricerca sul patrimonio delle Tombe dipinte di Tarquinia nel corso del tempo ha colmato alcune lacune che da tempo ostacolavano lo studio complessivo di questi straordinari monumenti.
Un primo risultato è stata la realizzazione del corpus della pittura funeraria tarquiniese (Grotte Cornetane 2016), che raccoglie informazioni archeologiche, bibliografiche, storico-archivistiche, grafiche e fotografiche per i circa 500 ipogei potenzialmente dipinti identificati dalla ricerca, estendendo notevolmente il numero delle attestazioni note finora, con un aumento dal 4% all’8% dei monumenti con tracce di pittura. Il volume contiene anche le specifiche applicazioni multimediali e in realtà aumentata sviluppate per fruire al meglio degli ipogei attualmente conservati e di quelli non più accessibili. È stato progettato sin dall’origine in versione digitale, come un’opera multimediale e interattiva, pensata per supportare le fruizione e l’analisi di questa composita serie di dati. Accoglie un sistema di strumenti creati appositamente a partire dalle esigenze specifiche del distretto tarquiniese, che permettono di inquadrare ciascuna tomba, presente o di futura scoperta, all’interno del panorama locale, producendo risultati che sicuramente non si esauriranno con quanto proposto nell’ambito di questa ricerca.

Dal punto di vista dell’architettura sono state elaborate categorie specifiche che tengono conto di ciascuna peculiarità, gemmando in maniera diretta dai dati raccolti sistematicamente. Mentre infatti le camere di altre metropoli fin dal principio riproducono con dovizia di particolari gli elaborati interni di abitazioni e dimore aristocratiche, a Tarquinia questo rapporto non risulterà mai così esplicito.
Per quanto riguarda la pittura, le tombe sono state analizzate in maniera sistematica anche se presentavano solamente una semplicissima decorazione lineare o geometrica, giungendo a riconsiderare il delicato rapporto tra pittura e partizioni architettoniche che la contengono.
La ricerca, con il volume Spazi Sepolti e Dimensioni Dipinte (2017), si è potuta così concentrare sulla città di Tarquinia, indagando le ragioni, gli scopi, la valenza sociale e il ruolo dei monumenti nel centro che più di ogni altro si distinse per il fenomeno della pittura parietale. Tali istanze portano inevitabilmente a interrogarsi sulle ragioni da cui ebbero origine il concetto di ipogeo dipinto, la sua forma e le sue caratteristiche, fattori che vengono individuati tra elementi di tradizione locale e contatti mediterranei. Segue il tentativo di tematizzare contenuti ed effetti del messaggio visivo trasmesso mediante gli elementi che costituiscono le tombe tarquiniesi.

Gli aspetti architettonici sembrano suggerire una precisa volontà di organizzarle secondo specifici e duraturi principi riconoscibili sin dagli albori.
Il primo è la traiettoria orizzontale secondo cui si immaginava procedesse il defunto, passando dalla vita al definitivo raggiungimento dell’Aldilà identificato dalla parete di fondo, dove trovano posto temi come la porta dell’Ade o l’eterno banchetto.
Il secondo principio è la traiettoria verticale che permette di considerare il monumento come tramite per raggiungere il superno. Anche in questo caso le pitture mostrano in basso sempre temi del mondo ctonio-infero, come le onde del mare; al centro scene di vita sensibile e in alto i confini del mondo conosciuto, come pantere e leoni, o il banchetto dell’Aldilà.
Queste attestazioni esprimono i principi costitutivi del sacro secondo la religione etrusca. Le tombe appaiono dunque come un luogo consacrato dove il mondo sotterraneo, terreste e celeste entravano in comunicazione, per offrire alle anime dei defunti un sereno passaggio verso l’Aldilà.
La ricerca si è poi dedicata alle tematiche territoriali che coinvolgono a più ampia scala la necropoli principale della città di Tarquinia, quella dei Monterozzi, patrimonio dell’Unesco dal 2004. Il rapporto fra abitato e territorio è infatti da sempre uno degli obiettivi primari del “Progetto Tarquinia” sin dai primi indirizzi di ricerca impostati da M. Bonghi Jovino nel lontano 1982. Oggi, i dati e le esperienze raccolte in quarant’anni di indagini hanno portato ad una conoscenza estremamente specifica e approfondita del comparto tarquiniese e grazie al progetto sulla necropoli dei Monterozzi, ci si è potuti concentrare su un settore strategico per gli aspetti insediamentali e della frequentazione antica.
Il caso in esame risulta di particolare rilevanza perché costituisce in assoluto la prima occasione in cui un’area dei Monterozzi viene sottoposta ad una ampia e sistematica indagine che permette di illuminare tratti sino ad ora sconosciuti dell’articolazione della più importante necropoli tarquiniese, nelle sue caratteristiche e nel suo divenire.
Per approfondire:
- M. Marzullo, Grotte Cornetane: Materiali e apparato critico per lo studio delle tombe dipinte di Tarquinia, Tarchna suppl. 6, Milano 2016.
- M. Marzullo, Spazi sepolti e dimensioni dipinte nelle tombe etrusche di Tarquinia, Tarchna suppl. 7, Milano 2017.
- M. Marzullo, Collegare mondi: un particolare impiego dello spazio tombale in prospettiva escatologica, in Acta Hyperborea 16, 2022, pp. 255-277.
- M. Marzullo, Pittura funeraria etrusca: un’indagine tra realtà e rappresentazione, in A. Coralini, P. Giulierini, V. Sampaolo, F. Sirano (eds.), Pareti dipinte: dallo scavo alla valorizzazione, Atti del 14° Congresso internazionale dell’Association Internationale pour la Peinture Murale Antique – AIPMA, (Napoli-Ercolano, settembre 2019), Roma 2024, pp. 893-907.
- M. Marzullo, Indagini territoriali e potenzialità archeologiche nella necropoli dei Monterozzi a Tarquinia: i terreni Quattro Grani, in Tarchna quad. 2, Milano, Ledizioni, 2022.