Rilievo e documentazione per la Carta Archeologica di Tarquinia
10 Novembre 2024 2025-02-14 10:14Rilievo e documentazione per la Carta Archeologica di Tarquinia
Rilievo e documentazione per la Carta Archeologica della Civita di Tarquinia
L’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha avviato dal 2009 un importante progetto di ricerca interdisciplinare dedicato all’analisi archeologica e urbanistica del Pianoro della Civita. I risultati dei quarant’anni di scavi dell’Università di Milano, raccolti all’interno dei volumi della Collana Tarchna, permettono oggi di seguire i cambiamenti della cultura tarquiniese in rapporto a due contesti chiave che si sviluppano dal Bronzo Finale alla piena età Imperiale: il ‘complesso monumentale’ e il santuario dell’Ara della Regina. Ad essi si aggiunge la ricerca sulle ‘Mura tarquiniesi’ che ha portato alla ricostruzione dell’estensione della città racchiusa entro le mura, riconsiderando le infrastrutture, il palinsesto dei segni dal punto di vista storico e le relazioni con le fasi insediative.

Tuttavia, dal punto di vista urbanistico risultava indispensabile programmare un’indagine che permettesse di studiare il pianoro in diacronia, tenendo conto di tutte le emergenze archeologiche che lo caratterizzano. Per questo a margine del progetto PRIN 2008 – Mura Tarquiniesi è stato avviata la ricerca che potesse portare a compimento l’elaborazione della Carta Archeologica della Civita di Tarquinia, interrottasi bruscamente ai primi del Novecento con la morte di A. Pasqui.
Sono state raccolte e analizzate tutte le cartografie e le foto aeree disponibili, proseguendo con un’interpretazione estesa dei segni che caratterizzano l’area della Civita, tenendo conto degli aspetti geomorfologici e strutturali. Grazie al primo rilievo laser scanner Light Detection And Ranging (LiDAR) eseguito qui per la prima volta a livello nazionale per fini puramente archeologici, è stato possibile individuare ogni discontinuità geomorfologica del pianoro, restituendo il Modello Digitale del Terreno (DTM) come nuvola di punti, per un’area di circa 90 ha.

Lo studio comparativo dei segni in ciascuna soglia cartografica, effettuato inserendo i dati in un Sistema Informativo Geografico (GIS), ha evidenziato gli elementi che compongono il palinsesto della Civita, che possono essere sia antichi che moderni. A questo proposito, l’analisi sistematica della documentazione storica e delle rappresentazioni tematiche dal Rinascimento ai giorni nostri ha permesso di comprendere quali di questi elementi fossero antichi, ampliando al contempo la base di informazioni disponibili. L’elaborazione dei dati LiDAR ha prodotto la base cartografica più aggiornata, accurata e completa dell’altopiano, attraverso cui è stato possibile georeferenziare con estrema precisione tutte le informazioni raccolte. Uno dei risultati più significativi è l’individuazione di circa 220 siti, tra cui un certo numero di siti sconosciuti o poco noti. L’analisi interdisciplinare dei dati, durata all’incirca 10 anni, si è giovata delle risorse sviluppate dal progetto ‘ArchLAND‘ e ha potuto mettere in correlazione informazioni provenienti da fonti eterogenee, cartacee e digitali, dirette e indirette, dal punto di vista archeologico, architettonico, geoarcheologico, topografico, urbanistico, arrivando alla creazione della Carta Archologica della Civita di Tarquinia, interrogabile e aggiornabile attraverso GIS. (fig.1).
Ogni sito è stato esaminato in modo sistematico e descritto attraverso schede che contengono informazioni sulla posizione, cronologia, descrizione, documentazione grafica e bibliografia di ciascun elemento identificato.
Questo sistema aperto, aggiornabile in qualsiasi momento, è a disposizione degli Enti territoriali per la tutela e valorizzazione, mentre dal punto di vista della ricerca rende ora possibile recuperare il patrimonio di informazioni fondamentali che derivano dalle prospezioni geofisiche effettuate dalla Fondazione Ing. C.M. Lerici nella seconda metà del Novecento. Questo è un materiale prezioso e insostituibile, perché inquadra il sottosuolo tarquiniese quando ancora non era inquinato da rifiuti metallici, e oggi non è più replicabile.
Il progetto è sempre in divenire e mira a raggiungere una prospettiva il più esaustiva possibile con una definizione cronologica specifica delle evidenze archeologiche, al fine di offrire un’interpretazione diacronica aggiornata della città, del territorio e della sua occupazione.



Per approfondire:
- Bagnasco Gianni – A. Garzulino – M. Marzullo, The last ten years of research at Tarquinia, in S. Garagnani – A. Gaucci (a cura di), Knowledge, Analysis and Innovative Methods for the study and the dissemination of ancient urban areas, Proceedings of the KAINUA 2017 International Conference in Honour of Professor Giuseppe Sassatelli’s 70th Birthday (Bologna, 18-21 Aprile 2017), Archeologia e Calcolatori 28.2 (2017), pp. 211-221.
- G. Bagnasco Gianni – A. Garzulino – S. Kay – M. Marzullo – C. Smith, Civita di Tarquinia (Comune di Tarquinia, Provincia di Viterbo, Regione Lazio), in Papers of the British School at Rome LXXXVI, 2018, pp.328-332.
- G. Bagnasco Gianni – A. Garzulino – M. Marzullo – C. Piazzi, Ricerche nell’area urbana di Tarquinia, in AnnFaina 25, 2018, pp. 281-341.
- M. Marzullo, Schede e materiali dalla “Carta Archeologica della Civita di Tarquinia” (2018), in G. Bagnasco Gianni (a cura di), Mura Tarquiniesi: riflessioni in margine alla città, Aristonothos 14 (2018), pp. 311-341.
- A. Garzulino – M. Marzullo, Territorial and topographic analysis for the protection and enhancement of fragile archaeological areas, in Coordinates XV.12, 2019, pp. 6-14.
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