Il sistema “T.Arc.H.N.A.” (www.tarchna.it) mette in relazione fra loro oggetti, strati archeologici e monumenti, in genere presentati singolarmente, attraverso un sistema di narrazioni interconnesse che può essere attivato a scelta dell'utente.
Data la rilevanza del sito di Tarquinia, uno dei pochi centri etruschi finora indagati in maniera estensiva su più fronti (necropoli, abitato, aree sacre, porto e territorio), alle indagini sul sito di Tarquinia si è affiancata un’intensa attività di ricerca del patrimonio tarquiniese disperso nei Musei europei al fine di sostenere l’impatto delle ricerche sul campo sulla realtà storica e archeologica finora conosciuta nel suo complesso. La ricchezza dei corredi funerari e la presenza delle tombe dipinte, fecero sì, nel corso dei secoli e già a partire dal Rinascimento, che il patrimonio tarquiniese andasse disperso in diverse collezioni e successivamente istituzioni museali europee, perdendo quasi sempre il contesto originario.
La dispersione del patrimonio tarquiniese in localizzazioni diverse e la necessità di pervenire a una conoscenza della sua entità hanno costituito anche il punto di partenza per lo sviluppo di un progetto europeo T.Arc.H.N.A. , parzialmente finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Cultura 2000 (T.Arc.H.N.A. project: Towards Archaeological Heritage New Accessibility (EC-grant No 2004-1488/001-001, CLT-CA22).
Il progetto, il cui acronimo nasce dal nome etrusco della città Tarchna, ha consentito per il momento di schedare in modo sistematico il materiali del Museo nazionale Tarquiniense finora editi e recuperare i materiali dispersi nei seguenti Musei: Belgio (Bruxelles, Museo del Cinquantenario), Danimarca- Copenhagen (Ny Carlsberg Glyptotek, National Museum), Francia- Parigi (Louvre), Germania (tutti i Musei, in particolare quelli di Berlino e Bochum), Gran Bretagna- Londra (British Museum), Polonia (Varsavia, Museo Nazionale).
Il progetto possiede un duplice obiettivo ed è rivolto a utenti di livello diverso. Da un lato esso è finalizzato alla ricostituzione per mezzo di strumenti innovativi di un patrimonio culturale molto ricco, come quello della città di Tarquinia, disperso in diversi musei d’Europa e del mondo; dall’altro prevede la possibilità di arricchire tale patrimonio attraverso una rete di conoscenza che permetta di contestualizzare i documenti nel loro originario significato storico e culturale. Il risultato di tale progetto è dunque la creazione di un sistema per la gestione e la divulgazione di contenuti scientifici mediante strumenti innovativi e flessibili, utili agli studiosi del campo ma al tempo stesso capaci di raggiungere e soddisfare i bisogni di un vasto pubblico.
La proposta e lo sviluppo di tale progetto sono il risultato di una lunga collaborazione fra i due diversi Dipartimenti, nata inizialmente per la migliore gestione dei dati provenienti dalle ricerche condotte dalla Cattedra di Etruscologia a Tarquinia. In questo “ambiente collaborativo” è stato dunque definito un modello per un’accessibilità di nuova concezione al patrimonio culturale, che ha trovato in Tarquinia l’ambito ideale di applicazione. I diversi aspetti e problemi della storia di questo sito derivanti dal quadro delle ricerche più recenti, ma anche da tutti i limiti connessi agli scavi del passato, come la dispersione del patrimonio e la perdita dei contesti originali, apparivano infatti come importanti potenzialità, al fine di definire nuovi tipi di approccio allo studio e alla divulgazione del sapere per mezzo di strumenti innovativi.
La creazione di un sistema flessibile si è resa necessaria per includere nel recupero del patrimonio disperso differenti aspetti semantici, ovvero con i luoghi, i contesti e le modalità di impiego e con altri documenti (oggetti o monumenti, reali o rappresentati). In tali documenti sono comprese anche forme di eredità dell’antico come il patrimonio di stampe, acquerelli e dipinti che rappresentano le famose tombe tarquiniesi dipinte e di cui esiste documentazione congrua a partire dal XVIII secolo.
Un esempio per indicare il processo è la tomba di Poggio del Cavalluccio i cui materiali, distribuiti fra i Musei di Tarquinia, Londra e Parigi sono stati virtualmente riunificati.
Ha finora prodotto il primo modello di Museo Virtuale bilingue dedicato all’Etruscologia e in particolare a Tarquinia, al suo territorio e al recupero del patrimonio tarquiniese disperso in Europa. Il sistema permette la realizzazione di percorsi personalizzati attraverso musei e territorio, nei quali oggetti e monumenti sono accessibili e collegati fra loro da testi informativi e scientifici secondo diverse direzioni di approfondimento.
Per consentire la massima accessibilità del pubblico, nonché l’utilizzo del sistema da parte di un’utenza più vasta, è stato realizzato grazie a un finanziamento della Fondazione Cariciv, l'allestimento di un sito Web (www.tarchna.it), che permetta di diffondere capillarmente, in maniera innovativa e accattivante, il patrimonio culturale tarquiniese.
Il sistema “T.Arc.H.N.A.” è predisposto in modo tale da permetterne l’applicabilità, come modello pilota, ad altri ambiti culturali.